Biotopi - Alcune caratteristiche

Zone umide:
caratterizzate dalla presenza di ristagno d’acqua, hanno una vegetazione tipica: troviamo l’equiseto o coda cavallina (Equisetum arvestum), pianta antichissima che si riproduce attraverso la liberazione di spore da parte dei fusti a forma di clava che compaiono all’inizio della primavera. Successivamente si sviluppano i fusti sterili a forma di coda cavallina. Quando la stagione è più avanzata vaste aree vengono colonizzate dalla Canapa acquatica (Eupatorrnium cannabinum) e dalla menta (Mentha spp).

Vegetazione di ripa:
è quella vicina ai corsi d’acqua dove troviamo la farfara (Tussilago farfara) con I fiori gialli all’inizio della primavera e poi le grandi foglie e il farfaraccio (Petasites farfara). Sono presenti anche equiseto (Equisetum arvestum) e la canapa acquatica (Eupatornium cannabinum)..

Vegetazione ad arbusti:
numerose le specie presenti che stanno espandendosi sempre di più colonizzando vari tratti di pascolo non più coltivato. Sono destinati ad aumentare e preparano il terreno ad un ritorno del bosco. Troviamo il nocciolo (Corylus avellana) ben conosciuto per il suo frutto (le nocciole) e per le capacità allergizzanti del suo polline, il prugnolo (Prunus spinosa) dai fiori bianchi primaverili e dalle spine, il cui frutto viene utilizzato per la produzione di una deliziosa grappa, il biancospino (Crataegus monogyna) I cui fiori sono usati da secoli dalla medicina popolare per le proprietà calmanti sul sistema cardiaco, il viburrno (Viburnum lantana) dalle foglie biancastre sulla pagina inferiore, il sanguinello (Cornus sanguinea) dai rami rossi, il ligustro (Ligustrum vulgare) dalle belle foglie lucide.

Pecceta:
la presenza esclusiva dell’abete rosso (Picea excelsa) determina l’assenza quasi totale di vegetazione sosttostante per l’azione acidificante svolta dai sui aghi che cadono sul terreno. Se queste piante non sono presenti in modo esclusivo il terreno sottostante resta ancora fertile e permetterà la crescita di specie che prediligono un ambiente acido, quale l’acetosella (Oxalis acetosella) dalle belle foglie a forma di cuore con il loro sapore acidulo, tradizionalmente masticate come rinfrescante durante le salite lungo I sentieri. Frequente anche il lampone (Rubus idaeus) e le fragole (Fragaria vesca) nelle zone di transizione con il bosco di latifoglie.

Faggeta e boschi di latifoglia mista:
caratterizzata dalla prevalenza di piante di faggio (Fagus sylvatica) che con le belle foglie lucide in primavera e giallo-rosse in autunno danno il bellissimo colore ai nostri boschi. è la latifoglia più diffusa nel nostro territorio colonizzando intere pendici . è accompagnata dal frassino (Fraxinus excelsior), dal ciliegio (Prunus avium), dal carpino nero (Ostrya carpinifolia). I boschi di latifoglie miste sono quelli più ricchi come specie arboree ed erbacee presenti. Sotto le latifoglie presenti in grande quantità l’anemone (Haepatica nobilis) che annuncia l’arrivo della primavera, l’anemone trifoliata (Anemone trifolia) dal fiore bianco carattereristico, il ciclamino (Cyclamen purpurescens).

Vegetazione dei prati:
Nella spledida conca della "Vara granda" dove le specie di fiori si susseguono in un continuum dall’inizio della primavera all’autunno. Dai non-ti-scordar-di me (Myosotis sylvatica), al botton d’oro (Trollius europaeus), al giglio di S. Giovanni (Lilium bulbiferum), al geranio dei prati (Geranium sylvaticum), all’aquilegia (Aquilegia vulgaris),alle classiche graminacee il cui polline è responsabile di una buona parte di disturbi allergici .