[1] G. C., anni 78, ex boscaiolo ed ex guardia boschiva comunale, Lozzo di Cadore, 23 settembre 1999.
D. Anticamente, quando non si usava ancora il segone, come venivano tagliate le piante?
R. Facevano tutto con la scure, hai capito?
D. Era una scure particolare?
R. Sì, era la scure stretta che adoperavano per tagliare la pianta e sezionarla, poi c'era l'accetta un po' più larga che chiamavano la "pilona" serviva a tagliare i rami, a levare la corteccia e a smussare delle testate.
D. Sentivo dire che una volta quando tagliavano le piante con l'accetta sulla pianta facevano una coppa.
R. Sì, facevano una specie di coppa sulla ceppaia in modo che l'acqua depositandosi la marcisse prima.
D. Anche quando la tagliavano con l'accetta davano la giusta direzione dove indirizzarla?
R. Eh certo, "davano la strada" (eseguivano la tacca di direzione) anche con la scure, ma con la scure era necessario tagliare più della metà (del diametro) della pianta perchè si rovesciasse dalla parte voluta, invece con il segone bastava fare una tacca di direzione minima, perchè poi da dietro venivano messi i cunei e la pianta si alzava.
D. Mi dicevano anche che avevano un ferro con una corda per tirarla nel punto voluto.
R. Sì, quello che..., che chiamavano il ferro da piante.
D. Ditemi un po' come funzionava questo ferro da piante.
R. Ecco qua, questo è il gancio che avvolgeva la pianta, questa è la pianta, la abbracciava così e questa punta si conficcava nel tronco. Questo ferro veniva messo in cima ad una stanga tramite un anello, quando l'attrezzo era alto al punto voluto, mediante uno strattone la punta andava a conficcarsi nel tronco. A questo punto veniva levata la stanga e rimaneva appesa soltanto la corda agganciata al ferro in precedenza. Questa corda veniva tirata ed ancorata ad un abete vicino. Poi incominciavano a tagliare la pianta. Quando avevano fatto un taglio profondo e quindi potevano tirare la pianta, montavano sulla corda e tiravano la pianta. In questo modo evitavano che la pianta andasse in una posizione non voluta. Avevano agganciato la corda alla pianta per poterla indirizzare dove volevano loro.
[2] G. C. D. M., anni 79, ex boscaiolo e ex falegname, Costalta di San Pietro di Cadore, 13 aprile 1999.
D. Come si svolgeva l'abbattimento di un albero e quali erano gli attrezzi che usavate?
R. A quel tempo c'erano i segoni americani, la motosega non c'era ancora. Noi lavoravamo otto ore. Abbattevamo un albero in due, uno per parte. Si utilizzavano anche i cunei e la mazza.
D. Come facevate a calcolare la direzione di caduta?
R. Ci vuole esperienza anche in questo; si osserva lo sbilanciamento della chioma, dove ci sono più rami, facendo attenzione ad evitare i danni al bosco; poi sono i cunei che determinano la direzione di caduta. Prima di abbatterlo bisogna decidere: "facciamola cadere lì". Si faceva una piccola incisione col segone e la tacca di direzione, poi si iniziava a segare dall'altra parte e quando il segone era entrato abbastanza, si introducevano i cunei e battendoli con la mazza gli si direzionava la caduta. (...) C'era sempre qualcuno più esperto, in genere i più anziani davano consigli sul da farsi.
[3] O. G., anni 70, ex boscaiolo ed assuntore, San Vito, aprile 1999.
D. Quali erano gli inconvenienti più seri che potevano accadere con gli attrezzi; per esempio con il segone?
R. Bene, adesso iniziamo. Parliamo prima delle scuri. L'inconveniente principale era prendere qualche sasso, e questa era una cosa che non faceva certo piacere. Per quanto riguarda il segone, il bosco è composto da abeti e larici e questi, come sapete, hanno una vena di resina (areà = resina tipica del larice); sono rari quelli che non ce l'hanno. Ed allora qui erano dolori, quando la lama incontrava la vena di resina, che impiastrandosi con la segatura bloccava lo scorrimento del segone. I più fortunati, che ne avevano la possibilità, si portavano al seguito un po' di nafta, che era la più indicata per risolvere l'inconveniente, ma costava e non era facile reperirla. Altrimenti con l'acqua. Un uomo con una bottiglia versava l'acqua sulla lama e si cercava di liberare il segone. Per riuscirci certe volte era necessario mettersi in due per parte per tirare. Era un inconveniente alquanto serio insomma.