[1] Con Centro Cadore si intendono i Comuni di: Auronzo, Vigo, Lorenzago, Lozzo, Domegge, Calalzo e Pieve.
[2] Per ulteriori notizie e approfondimenti su tutta l'area in questione si rimanda alla lettura del testo: Viaggio intorno a una provincia, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Belluno.
[3] G. C., anni 78, ex boscaiolo ed ex guardia boschiva comunale, Lozzo di Cadore, 23 settembre 1999.
D. Ma una volta, dicevano i vecchi, che li portavano sul Piave per farli fluitare fino a Perarolo. All'epoca li portavano dai Lavinas (località vicino all'attuale cimitero, sopra il fiume Piave).
R. Sì, in questa località c'era un "cidolo", lo chiamavano il "cidolo". Un altro "cidolo" era in località Poiata vicino al fienile dei Foracol in località detta la Bua d'Oro, c'era un cidolo. Buttavano i tronchi dentro al fiume Piave e li mandavano giù in primavera quando il fiume era grosso, in modo che scendessero fino a Perarolo.
D. Arrivavano fino a Perarolo?
R. Eh sì, c'erano i "menadés".
D. Cosa significava?
R. Io mi ricordo molto bene dei "menadés", quando da ragazzi incoscienti andavamo quaggiù, sotto il cimitero, a giocare sul Piave, c'erano dei grossi massi dove i tronchi si accavallavano e facevano una specie di chiusa, noi avevamo il coraggio di salire sopra questi tronchi sospesi sull'acqua fino ad arrivare sull'altra sponda del fiume, a Lorenzago di Cadore.
[4] G. M., anni 90, ex boscaiolo e minatore, Rivamonte Agordino, 9 luglio 1999.
D. Ma qui a Rivamonte, come boschi, quale era la situazione quando voi eravate giovane?
R. Qui a Rivamonte c'era poco bosco. C'era bosco verso Voltago-Frassenè.
D. "Inte par drio" , dove allora?
R. Antrèghe (Comune di Voltago), Versegàla (sul confine tra i Comuni di Rivamonte e Voltago), Col da Màntene (Comune di Voltago): lì quelli di Rivamonte possedevano boschi...
D. Quando eravate giovane come era la zona qui sotto (a sud del villaggio di Zenich)?
R. Non c'era nulla (ossia terra bruciata).
D. E lungo i scoscendimenti (a sud dei villaggi di Zenich-Mottes-Montas)?
R. Nulla, terra bruciata, erano appena stati chiusi i forni fusori per la lavorazione metallurgica della pirite (la definitiva chiusura dei forni fusori risale al 1898) e piante non ce n'erano quando io ero giovane. Dopo ha cominciato, quando io avevo 8-9 anni, a crescere il bosco. Ha cominciato a rimboschire.
D. E dicevano che la causa della terra tutta bruciata era quale?
R. I forni fusori! La fusione della pirite! Usciva il fumo dai forni (con grandi esalazioni di gas solforosi) e bruciava il terreno fino ad una certa distanza, fino a metà montagna (a sud-est degli abitati di Rivamonte Agordino). E qua (sulle pendici del monte Armarolo), fino al capoluogo di Rivamonte, nella zona immediatamente sottostante, insomma. Il fumo bruciava tutto perché bruciavano la pirite giù nei forni. Ancor oggi rimangono i resti dei forni e gli spiazzi... Là bruciavano la pirite e quel fumo fino a una certa distanza, fino a tre chilometri di distanza, bruciava tutto. Poi quando hanno chiuso i forni...
D. Ma erba lungo i pendii (siti tra il villaggio di Zenic e le miniere di Valle Imperina, Comune di Rivamonte Agordino) ne cresceva?
R. Poca, poca! Perfino l'erba fino a un certo punto non cresceva. Tutto era abbrustolito; il terreno era secco, insomma. Più a monte dell'abitato di Zenic l'erba cominciava a crescere, da qua a Zenic verso il capoluogo di Rivamonte... Seminavano... soprattutto patate. Dopo la chiusura dei forni fusori ha cominciato a crescere la vegetazione, ma io ricordo da allora in poi perché di quando ero molto giovane non ricordo com'era la situazione... All'età di 5-6 anni hanno cominciato a crescere le piante, le prime piante. Ha cominciato la pianta del sambuco e poi qualche piccolo abete... Le prime piante erano: betulla, abete rosso e sambuco. Dopo il terreno si è rimboschito: frassini, aceri, tutto un po' alla volta. Ma, altrimenti la situazione era questa.
D. Ma vostra madre e vostro padre dove andavano a prendere la legna da ardere?
R. Il Comune assegnava alle famiglie una porzione di legname ogni anno dalle parti di Pian Grant (località boschiva del Comune di Rivamonte)... su per le Mandre (Rivamonte Ag.)..., per gli abitanti della bassa valle. Per gli abitanti dei villaggi più in alto, il Comune assegnava il legname nei boschi siti sulla sommità del monte Armaròlo (Rivamonte Ag.)
D. Allora distante, distante?
R. Distante...
D. Ma è vero che per farsi un mestone di legno usato per rimestare la polenta bisognava che andassero nei boschi siti verso Voltago-Frassenè?
...Non c'era legno da costruire un mestone nella zona sita tra Zenic e le miniere di Valle Imperina... Ecco, ricorrevano a quel modo di dire... Il problema era quello della legna da ardere... La montagna (fianchi orientali e meridionali del monte Armaròlo, Comune di Rivamonte) presentava qualche pianta da metà in su... Dove non arrivava il fumo (anidride solforosa) crescevano le piante. A Digoman (villaggio del Comune di Voltago prossimo al confine con il Comune di Rivamonte), ad esempio, potevi trovare piante. Quelli di Digoman non avevano problemi... Noi qui eravamo privi di boschi, noi di Rivamonte.