[1] O. G., anni 70, ex boscaiolo ed assuntore, San Vito, aprile 1999.
D. I boscaioli potevano andare a lavorare nei boschi quando volevano, durante tutto l'anno o vi erano tempi stabiliti per l'abbattimento delle piante?
R. Ecco, occorre fare una distinzione: quando, come vi ho detto prima vi era abbondanza di manodopera, le ditte preferivano abbattere le piante in autunno o in primavera prima che andassero "per amor" (ovvero prima che iniziasse a circolare la linfa) poiché il legname tagliato in questa fase aveva più valore. Poiché vi posso dire che il legno di piante tagliate con il sistema linfatico attivo è facile, che esposto al sole, si fessuri. E queste fessure, si ritrovano un domani anche sul tavolame da esso ricavato con un sicuro danno. Cosa altrettanto importante il tronco tagliato poteva essere attaccato dai parassiti (bostrico) che provocavano tanti piccoli fori profondi anche sei, settecento metri. Questa non era una cosa piacevole, anche perché questi parassiti continuavano ad operare anche dopo che il legno era stato lavorato, ridotto in tavolame od in travature e addirittura messo in opera. Anche sulla carpenteria dei tetti potevano succedere degli inconvenienti per questo motivo: sono avvenuti dei casi dove si sono dovuti rifare dei tetti perché le travi avevano perso di consistenza a causa delle escavazioni provocate da questi parassiti.
In un secondo tempo, a partire dagli anni sessanta, quando vi è stata meno disponibilità di manodopera, si è ampliato il tempo dell'abbattimento lavorando dalla primavera sino all'autunno. Per ovviare agli inconvenienti sopraddetti, si cercava di asportare il legname dal bosco prima possibile e di prendere tutte le precauzioni necessarie per evitare eventuali danni. Questo sistema di lavoro veniva incontro alle nostre esigenze di boscaioli poiché ci permetteva almeno di lavorare tutte la stagione, dalla primavera all'autunno e di avere una adeguata ricompensa per il nostro lavoro pesante e svolto in condizioni disagiate.
[2] Slitte (da carico) nella notte.
Saranno le cinque. E non dormo. In strada /continuano a passare gli uomini con le slitte,/ i pattini che stridono sul selciato/ e le catene, attaccate dietro, come una coda.
Se tendo l'orecchio posso sentire fino alla piazza/ risalire l'erta con le scarpe ferrate/ con i ferri che spaccano il ghiaccio/ e sulle impugnature della slitta lo sbattere delle graffe.
È gente che va a recuperare la legna. Quando si fa giorno/ Ognuno carica sulla slitta i rami/ della sua catasta; tutt'al più ancora un pezzo di tronco.
Poi scendono a valle e quando suona mezzogiorno/ e a Muié arrivano sfiniti e affamati/ le mogli vanno loro incontro con una manza.
[3] G. C., anni 80, ex boscaiolo, Selva di Cadore, 12 marzo 1999.
D. Piantagioni venivano effettuate?
R. Sì, ne venivano effettuate.
D. Da quando hanno iniziato?
R. Beh, hanno iniziato quando io ero bambino, ancora quando andavo a scuola. Andavamo in località "Le Code" a fare la festa degli alberi. In quel posto ne sono stati piantati molti, in quanto precedentemente avevano raso al suolo una vasta zona perché molte piante erano state colpite dal bostrico. Inoltre alcuni ragazzi, fra i più grandi, di diciassette, diciotto anni ma anche di quindici, venivano assunti dal Corpo Forestale per effettuare delle piantagioni.
D. Allora le uniche manutenzioni erano queste?
R. Sì, anche più tardi, quando lavoravo con il Corpo Forestale, andavamo sempre in primavera. Ci mandavano in quattro o cinque, un anno in una zona l'anno successivo in un'altra. Nella zona della "Mont del Fen", siamo rimasti tre o quattro anni di seguito.
[4] G. A., anni 69, ex boscaiolo e lavorante in segheria, Mas di Vallada, 24 febbraio 1999.
D. E a mantenere curate le strade silvo-pastorali?
R. Per la cura delle strade silvo-pastorali c'era il "piodec", il cosiddetto "piodec" (lavoro svolto gratuitamente a beneficio dell'intera comunità). Le strade erano comunali... due volte l'anno dovevi sistemare le strade; donne, uomini (un rappresentante per ogni famiglia). Poi, se io ero in grado di utilizzare l'ascia, allora tagliavo (capitanati dalla guardia comunale) una stanga per la preparazione delle canalette stadali di fluitazione dell'acqua piovana, in modo che se messe nei posti opportuni, l'acqua defluisse; così non faceva danno... Da quando è stata abbandonata la pratica del "piodec", le strade sono rovinate (e non più sistemate) dal traino dei tronchi con i cavalli e trattori ed è più facile che dell'acqua penetri nel terreno e formi una frana.
D. Ognuno faceva in base alle proprie capacità?
R. Certamente, veniva una donna, aveva una zappa, puliva la cunetta. La donna faceva quel che poteva e l'uomo lo stesso: piccone, badile...
D. Quando facevate questi lavori gratuiti a vantaggio della comunità?
R. La primavera e l'autunno prima che arrivasse la neve...