Il lavoro nei boschi.
La tradizione ladina dell'Alto Bellunese.

La vendita del legname.

Per la maggior parte dei lotti boschivi utilizzati dai Comuni o dalle Regole era prevista la vendita delle piante in piedi.

Dopo aver eseguito la martellata, il tecnico forestale ed i rappresentanti degli enti proprietari calcolavano i costi per il taglio, l'allestimento e l'esbosco dei vari lotti, per giungere al prezzo finale al metro cubo, che auspicavano di incassare dalla vendita del legname. L'entità del prezzo finale dipendeva da molteplici fattori, tra i quali i più importanti erano l'ubicazione del lotto e la qualità degli alberi che lo costituivano. Tanto maggiore era la distanza di un lotto dalla strada camionabile, tanto più alti erano i costi per l'allestimento e l'esbosco. Costi che in parte potevano essere compensati se le piante erano prive di difetti e presentavano una conformazione ed una fibratura di buona qualità. Il prezzo aumentava anche in funzione dell'aliquota di abete rosso martellato, che, avendo un prezzo di mercato maggiore, accresceva il valore dell'intero lotto. Infine, doveva essere considerato il valore commerciale del legname, soggetto a continue oscillazioni dovute ai prezzi inferiori delle importazioni dai paesi del centro e del nord Europa.

Tenuto conto di queste premesse, veniva quindi preparata dal Segretario Comunale o dal Presidente della Regola una scheda segreta, riportante l'importo al metro cubo che l'Amministrazione pensava di ottenere dalla vendita del lotto in questione. Successivamente veniva indetta un'asta pubblica, alla quale erano invitate numerose ditte boschive che, per parteciparvi, dovevano versare una caparra a garanzia della loro copertura finanziaria. Nel caso non vi fossero state delle ditte locali in grado di eseguire i lavori a costi di trasformazione ragionevoli perché sprovvisti dell'attrezzatura necessaria, come ad esempio le teleferiche, l'invito veniva esteso anche a grosse ditte esterne. Nella maggior parte dei casi, però, queste erano fornite di loro manodopera specializzata ed assumevano i boscaioli locali solo per l'esecuzione di determinate fasi lavorative.

Presa visione del lotto in questione, ogni concorrente interessato presentava, in busta chiusa, la propria offerta derivante dall'esperienza personale sui costi di trasformazione e sull'esito delle aste pubbliche. Nel giorno e ora stabiliti venivano aperte le buste con le varie offerte e quella che maggiormente si avvicinava al prezzo calcolato dall'ente si aggiudicava il lotto. Non di rado, però, accadeva che tutte le offerte presentate risultassero molto più basse di tale importo, costringendo l'amministrazione ad indire una nuova asta da tenersi nei successivi quindici, venti giorni. Se anche questa aveva esito negativo, venivano invitate le ditte che avevano presentato le migliori offerte ad una trattativa privata dalla quale, nella maggior parte dei casi, scaturiva il prezzo finale di vendita. Solamente il giorno seguente alla fase di misurazione del legname si conosceva il ricavato totale conseguito con il taglio del lotto, corrispondente al prezzo di vendita moltiplicato per i metri cubi di legname effettivamente ricavati, al netto degli sconti praticati per gli eventuali difetti.


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